è da un po’ di tempo che il japponese mi attrae, e parlo di ristorante, eh…ne aprono uno vicino a noi, omone tentenna, ha voglia di cibo tradizionale, rimandiamo, ne aprono un altro, commenti positivi, lui tentenna, rimandiamo, finchè…finchè siamo a passeggio per “settembre centese” e c’è lo stand del ristorante japponese…occhiata al menù, lui non ha tanta fame, spizzoccherebbe, passiamo oltre…passeggiamo, si parla di come gestire l’aperitivo-cena-o che altro, e alla fine…JAPPONESEEEE! prendiamo una “barca family”, cioè un vassoio a forma di barca con tanti assaggini di sushi, sashimi, maki, unamaki…oh, io non riesco ad attribuire il nome a quello che ho mangiato, ma mi è piaciuto tutto! così ho appreso alcune cose: è tutto insipido, e la fa da padrone la salsa di soia, che ho rivalutato ed adesso adoro; va bene per l’estate e non per l’inverno, almeno la barca, perchè era tutto freddo; la salsina verde, oltre che avere un sapore schifosissimo, è un attentato al ph del cavo orale; l’arredamento jap è bellissimo ed essenziale; non sono capace di utilizzare i bastoncini, quindi w la forchetta; adoro il pesce crudo e lo sapevo già; la birra asahi la fanno a londra, altrochè jappone; i japponesi sanno pronunciare la R…omone non ha gradito, io invece tantissimo, ma se ne parlerà quando il menù non mi congelerà lo stomaco!
lunedì 13 settembre 2010
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